domenica 23 dicembre 2007

Una storia di paura


Sono pini quelli che gettano fronde nel cielo.
Che profonda quiete questa mattina.

Qualcuno mi ha lasciato qui, in questo quartiere di palazzi e villette con cortili pieni di gerani, vasi decorati e gatti che dormono.
Alcuni anziani parlano su una panchina; un uomo in bici porta un sacchetto bianco al manubrio.
Bambini con grembiuli blu e zaini colorati vanno a scuola.

Nel pomeriggio si accende il cielo, il sole irradia le nuvole di rosa. Sento una tenue malinconia. Il giorno muore, vedo le sagome nere dei palazzi nel tramonto, panni stesi.
Scorgo le prime luci nelle finestre, qualcuno pensa già alla cena davanti alla televisione, intimità.

In questo quartiere è accaduto un fatto singolare...è morto un signore che viveva solo nella sua villetta immersa tra gli alberi,
ricoperta d'edera.

E' arrivata la polizia ed ha sigillato tutto... perchè?

Si parla, tra le vecchie signore che vanno tutte dallo stesso parrucchiere e si scambiano ricette di cucina, di un uomo nero come la notte che qualcuno ha visto aggirarsi nel giardino della casa del morto... si dice, che avesse la testa di un gatto e zampini, al posto delle mani.

Generalmente avrei preso per baggianate queste dicerie, retaggio di un mondo passato, in cui si raccontavano storie di spettri visti nei pressi dei cimiteri, di mani nere scorte nel grano, all'imbrunire; un modo di pensare che solo le vecchie comari piene di superstizioni, si ricordano.
Eppure stavolta accadde che un vecchio articolo di giornale, conservato per chissà quale ragione, destò il mio interesse, ed il sopito gusto per tutto ciò che è misterioso ed inconoscibile.

Si trattava di un trafiletto di un quotidiano locale e riportava la testimonianza di un vecchio cacciatore; questi affermava che la notte tra il 9 e il 10 giugno si trovava nel bosco vicino alla città, in cerca di cinghiali; si era assopito un attimo quando fu destato da un leggero fruscio nel sottobosco.
Il caccaitore giurava di aver visto un essere assai strano sbucare dalle fronde e dirigersi furtivo verso il lago. La paura fu tanta che egli fu incapace di muoversi per diversi minuti.

L'essere era un uomo, completamente ricoperto da un liscio manto di peli neri, e dalla testa, che si confondeva nelle ombre, spuntavano due grossi orecchi da gatto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Notevole. L'unica cosa è: perchè non l'uomo cavolfiore ?

Michele ha detto...

perchè avrebbe dei probroblemi di deambulazione e ciò sarebbe di impiccio allo svolgimento della vicenda.